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L’uso dei GIS nell’analisi dei servizi ecosistemici

Servizi ecosistemici

La ricchezza e la crescita economica di una nazione sono fortemente influenzate dallo stock di capitale disponibile e da come questo è gestito e investito allo scopo di incrementare e migliorare il benessere individuale e collettivo delle generazioni presenti e future.
Tra i vari capitali riconosciuti ci sono quello manifatturiero, umano, sociale, economico e finanziario e in ultimo il Capitale Naturale (CN). Quest’ultimo include “l’intero stock di asset naturali – organismi viventi, aria, acqua, suolo e risorse geologiche – che contribuiscono a fornire beni e servizi di valore, diretti o indiretti, per l’uomo e che sono necessari per la sopravvivenza dell’ambiente stesso da cui sono generati [1][2].
Le funzioni ecosistemiche sono definibili come le capacità dei processi e delle componenti naturali di fornire beni e servizi che soddisfano le necessità dell’uomo e garantiscono la vita di tutte le specie sul pianeta Terra.
Il Millennium Ecosystem Assessment (2005) suddivide le funzioni ecosistemiche in quattro categorie principali:
supporto alla vita (supporting): queste funzioni sono fondamentali per la produzione di tutti gli altri Servizi Ecosistemici e contribuiscono alla conservazione della diversità biologica e genetica e dei processi evolutivi; i servizi prodotti generano impatti indiretti sulle persone nel lungo periodo;
regolazione (regulating): oltre al mantenimento della salute e al funzionamento degli ecosistemi, le funzioni regolative includono servizi che producono benefici diretti e indiretti per l’uomo (ad esempio la stabilizzazione del clima, il riciclo dei rifiuti);
approvvigionamento (provisioning): queste funzioni si riferiscono alla fornitura di risorse da parte degli ecosistemi naturali e semi-naturali (ad esempio ossigeno, acqua, cibo);
culturali (cultural): gli ecosistemi naturali contribuiscono al mantenimento della salute umana producendo opportunità di riflessione, arricchimento spirituale, sviluppo cognitivo, esperienze ricreative ed estetiche.

All’interno delle “funzioni ecosistemiche” troviamo i beni e i servizi utilizzati dalla società umana per soddisfare il proprio benessere. È proprio sulla base di tali funzioni “favorevoli” al genere umano, che possiamo definire i Servizi Ecosistemici (SE) come quei benefici multipli forniti dagli ecosistemi al genere umano sotto forma di beni e servizi [1].

Come valutarne l’entità

Nell’ambito di un’attività di ricerca ed analisi condotta con alcuni colleghi di estrazione ambientale (naturalisti e ambientologi), con cui si era dato vita ad un vero e proprio gruppo di lavoro sul tema della stima dell’entità – anche economica – dei servizi ecosistemici (EcoSBN – acronimo di Ecosystem Services, Biodiversity, Naturality), ho presentato il lavoro dal titolo L’uso dei GIS nell’analisi dei servizi ecosistemici durante un seminario formativo organizzato dall’Ordine degli Ingegneri di Belluno (20 gennaio 2021).

L’interesse personale sul tema, anche in relazione alle implicazioni che questo tipo di analisi e valutazioni possono avere nell’ambito della pianificazione territoriale locale (rif. Carta della qualità dei suoli), mi ha poi spinto all’attivazione di un tirocinio curriculare con l’Università degli Studi dell’Insubria e nella fattispecie con il Dipartimento di Scienze ed Alta Tecnologia nel Corso di Laurea magistrale in Scienze Ambientali, dal titolo Analisi dei servizi ecosistemici a supporto della pianificazione territoriale locale: stima dello stock di carbonio nel suolo (focus Triangolo lariano) [3], progetto conclusosi nel dicembre 2022 e di cui sono stato correlatore esterno.

Di seguito riporto alcune slide del lavoro presentato all’Ordine degli Ingegneri di Belluno; il territorio di riferimento è sempre quello del Triangolo Lariano.

A proposito di stock di carbonio

In merito alle analisi condotte nell’ambito del progetto di tesi [3], di seguito riporto quanto emerso dall’analisi della Variazione di SOC(0-T) tra 2018 e 1999, condotta utilizzando le metodiche proposte dall’IPCC: in particolare, l’algoritmo impiegato per il calcolo delle variazioni dello stock di carbonio nel suolo è quello proposto nel paragrafo 2.3.3 del Capitolo 2 del Volume 4 (Agricolture, Forest and Other Land Use) del Report e riferito ai suoli di tipo minerale ed individuato come equazione n. 2.25, approccio n. 2 [4].

Variazione di SOC(0-T) tra 2018 e 1999 [3]

Fonti

[1] Fondazione Cariplo, 2021, Beni naturali e servizi ecosistemici – Riflessioni ed esperienze dal bando Capitale Naturale, Quaderno dell’Osservatorio – Approfondimenti n. 38.

[2] CCN – Comitato Capitale Naturale, 2017, Primo Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale in Italia. Roma: CCN.

[3] Scudiero G., Preatoni D., Figaroli M., 2022, Analisi dei servizi ecosistemici a supporto della pianificazione territoriale locale: stima dello stock di carbonio nel suolo (focus Triangolo lariano), Tesi di laurea specialistica, Università degli Studi dell’Insubria, Dipartimento di Scienze ed Alta Tecnologia, Corso di Laurea magistrale in Scienze Ambientali.

[4] IPCC, 2019, 2019 refinement to the 2006 IPCC guidelines for national greenhouse gas inventories.